Quant'è buono l'Apfelstrudel... me ne ero dimenticata, ma me l'ha fatto ricordare un soggiorno di quasi un anno fa, a Bressanone: marito impegnato in un convegno scientifico, anche io mi sono data allo studio... dei dolci austriaci passati alla cucina dell'Alto Adige. Mica colpa mia... ce li proponevano all'albergo! Albergo che, tra l'altro, segnalo a chiunque voglia andare a Bressanone: si chiama Millander Hof, bello, comodo e con proprietari assai simpatici.
Quanto al nostro Strudel, è anche facile! Soprattutto per la pasta: che non è la pasta sfoglia, no-no! specie quella oleosissima venduta pronta... è una pasta speciale, Ziehteig, "pasta che si tira", semplice semplice: farina, olio, un po' di aceto e sale. Pare sia la presenza dell'aceto a fare sì che questa pasta possa essere tirata in una sfoglia molto ma molto sottile, senza rompersi.
Per un bel rotolo di Strudel servono
- 150 g. di farina 0 (#550),
- 80 ml. d'acqua tiepida (circa 35º),
- 1 cucchiaio d'olio,
- un pizzico di sale,
- 1 cucchiaio di aceto di vino bianco,
Per il ripieno ci servono:
- 500 g. di mele asprigne (tipo Smith o Braeburn);
- il succo di mezzo limone;
- 125 g. di uvetta messa a macerare in un po' di rhum;
- 50 g. di nocciole tritate grossolanamente;
- 1/2 cucchiaino di cannella;
- 100 g di zucchero;
- un cucchiaio di pinoli;
- 4 cucchiai di pangrattato.
- 1 cucchiaio di burro
- a piacere anche qualche mandorla o noce.
Per finire, prendiamo la pasta da strudel stesa e spargiamo il pangrattato tostato coi pinoli. Poi aggiungiamo il ripieno di mele e cominciamo ad arrotolare il tutto a serpente, aiutandoci con il tovagliolo su cui era stesa la pasta. Mettiamo il rotolo nella teglia, con la parte "aperta" all'insù, lo spennelliamo con un po' di burro fuso, e poi via in forno già caldo a 200º per circa mezz'ora.
Appena tiepido lo spolveriamo di zucchero a velo e cannella...L'Apfelstrudel fa la morte sua se servito con Zimtsahne, panna leggermente montata e non zuccherata, a cui avremo aggiunto un pochino di cannella. Nella foto non si vede... perché non ne restava più!
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