Savoiardi I



Mettiamo che una mattina, accingendovi a sorseggiare il vostro cappuccino, vi prenda il desiderio di "pucciarci" un biscotto dentro e vi accorgiate che la biscottiera è vuota.
Mettiamo anche che siate appena ritornati da un viaggio a Vienna, che si è rivelato, dal punto di vista della pasticceria, una sorta di vacanza-studio con osservazioni pratiche... dalla parte del consumatore, e che quindi - per via dei postumi da eccesso di nutrienti - sia altamente sconsigliata la lavorazione di roba, diciamo così, burrosa. Che resta da fare, per salvare cappuccino e linea? Una soluzione di compromesso: i savoiardi. E piccolini, così uno passa senza far danno... Con questa dose vi ritroverete con una bella scatola piena, potete contare su circa 40 biscotti. Peccato si chiamino savoiardi: mi ricordano la monarchia.
Ma siccome questo è un blog leichtherzig, scanzonato... lasciamo perdere e passiamo all'azione.
  • 4 uova, separate (cat. M);
  • 70 g. di zucchero a velo
  • 1 bustina di zucchero con vaniglia Bourbon (supermercato biologico);
  • 1 cucchiaino di zeste grattugiato di limone o arancia;
  • un pizzico di sale;
  • 70 g. di zucchero di canna chiaro;
  • 100 g. di farina;
  • 60 g. di amido;
  • zucchero a velo per spolverare.
Il metodo è, grosso modo, quello del pan di Spagna. Si sbattono i tuorli d'uovo in un bagnomaria caldo con lo zucchero a velo, e quando la massa è ben montata si continua a lavorarla a freddo ancora per qualche minuto. Gli albumi si montano a neve ben ferma con il pizzico di sale, aggiungendo gradatamente il resto dello zucchero; un terzo della meringa va incorporato subito alla massa di tuorli, mentre quella che rimane si aggiunge, alternando, insieme alla farina setacciata con l'amido.
Vi ritroverete con una crema abbastanza densa, da fare scendere in piccole porzioni sulla teglia rivestita con carta forno dalla siringa da pasticceria, senza bocchetta; spolverate i biscotti di zucchero a velo e cuocete a 200º, in forno già caldo, per una decina di minuti. Naturalmente i savoiardi fatti in casa vanno benissimo anche per tutti gli usi classici, come la charlotte, il tiramisù, col gelato... col tiramisù sono l'ideale, ma allora addio risparmio calorico!

Commenti

  1. Io, con la scusa del risparmio calorico nei dolci, ancora non sono dimagrita, perché invece di eliminarli, li mangio lo stesso... comunque mi possono tornare utili in questo periodo di dieta(?)!
    Possiamo chiamarli in un'altra maniera? Proponiamolo agli amici food blogger... anche a me 'sto nome non va giù!

    RispondiElimina
  2. Ma sì, altro che utili... tranquilla, che i Pavesini pesano di più non fosse che perché sono industriali! io li faccio piccolini, e poi mi impongo: Uno E Basta. Massimo Due.
    Al resto ci pensa un po' di sport!
    Quanto al nome, c'era un personaggio del "Gattopardo" che dichiarava che, lui, i savoiardi li mangiava col caffé... Peccato fosse un borbonico...

    RispondiElimina

Posta un commento