Biscotti al latte di Siracusa

La biscottiera ieri era vuota. Quando è piena, i biscotti non li prendo, o li prendo centellinando, causa pianificazione in stile sovietico dell'apporto calorico, e quando è vuota e dovrei rallegrarmi perché non viene la tentazione, poi mi sembra... triste.
Volevo i biscotti, quindi, e in un impeto patriottico li volevo italiani, anzi: siciliani, di quelli che fanno subito pensare alla tazzona di latte e miele, che fanno sentire geborgen, com'è che si dice? al sicuro. E ho preparato i siringati al latte che fanno a Siracusa, una città che mi ha sempre comunicato proprio quella sensazione. Siracusa per me è tante cose. Il primo viaggio d'istruzione, tanto "negoziato" perché c'era da dormire tre giorni fuori casa, per assistere agli spettacoli teatrali. I viaggi con l'università, quando quei drammi greci li studiavamo per l'esame, e si sopportava il sedile di marmo per due ore, perché lo spettacolo di quando il sole cala dietro ai pini del Teatro Greco, intanto che il palcoscenico piano piano cambia colore, e in lontananza si illumina il pinnacolo del Santuario, è impagabile.
E poi c'è la Siracusa di quando ho conosciuto mio marito, proprio in occasione di una trasferta con gli amici destinazione tragedie greche, e lui, che non è di Siracusa ma si era aggregato al gruppo, compariva in quell'occasione in qualità di cervello in vacanza in procinto - dopo appena una settimana - di ritornare cervello in fuga verso la Grande Mela.
Insomma a Siracusa ci si sta bene, anche in fatto di biscotti. La volta che ho deciso di procurarmi la ricetta dei biscotti al latte ho potuto toccare con mano uno dei fenomeni del postmoderno: la realtà-simulacro, la proliferazione di copie di copie di copie... perché, se uno li cerca in rete, si imbatte in una serie di ricette tutte uguali, che un sito attribuisce ad Anna Moroni. Personalmente non ho una gran simpatia per la Moroni, e questo purtroppo senza ragione precisa: forse per via della voce gnaulante, ma forse per lo stesso motivo per cui non ne ho per Benedetto Croce: la dittatura intellettuale... "quella della televisione", non so se mi spiego, per cui anche se descrive come si prepara l'uovo al tegamino, tutti lì a segnare la ricetta. Il divertente è che però quella ricetta lì risale, a volere fare proprio filologia pura, al... Mulino Bianco: si trattava di una di quelle indicazioni - rispettabilissime, infatti tra poco vi proporrò un taroccamento proveniente da una di esse - che una volta si trovavano sulle confezioni dei biscotti, "provate anche voi a farli in casa". Però alla fine l'ho trovata, la ricetta: sul settimanale della Federazione Italiana Panificatori, dove ce la rivela il fornaio Salvatore Rubino di Palazzolo Acreide e apprendiamo tra l'altro che una volta, in campagna, questi biscotti si preparavano ogni settimana, quando si cuoceva il pane nel forno a legna. Parlando tra colleghi, però, sulla rivista si ragionava con dosi... professionali: dieci chili di farina, per esempio... E allora io che faccio? Riduco il tutto a dimensioni da privato cittadino, con la calcolatrice perché altrimenti sono guai, e ottengo finalmente il biscotto al latte che cercavo io! Ed eccovi qua. Guardate che ne vengono fuori davvero tanti.
  • 330 g. di farina 00 (#405);
  • 115 g. di zucchero;
  • 35 g. di strutto;
  • 40 g. di margarina;
  • 1 uovo;
  • 3, 5 g. di ammoniaca;
  • 2,5 g. di lievito per dolci;
  • 40 g. di latte intero;
  • 4 cucchiaini di latte in polvere;
  • buccia grattugiata di un limone;
  • vaniglia (semi) o una busta di vanillina.
Iniziamo ad impastare emulsionando gli ingredienti liquidi con lo zucchero, e poi si unisce la farina con gli agenti lievitanti (adesso parlo anch'io da esperto... mi hanno contagiata). impastando bene fino ad ottenere una pasta ben amalgamata. L'impasto sarà morbido e si lascerà sagomare con la siringa con beccuccio dentato nella caratteristica forma. Cuociamo i biscotti in forno caldo a 200º per 12 minuti, durante i quali sentiremo odor di vaniglia ma anche di ammoniaca: andrà via appena si raffreddano! Questi biscotti non vi deluderanno: sono l'ideale a colazione, da "pucciare" nel latte, perché si inzuppano bene e non si rompono, oltre a conservarsi fragranti molto a lungo.

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