Portokalopita


...ovvero, torta greca all'arancia, che si chiama in greco portokali. Col Portogallo c'entra: da lì sembra che le arance abbiano fatto il loro ingresso in Europa a, così da trarre nome, almeno inizialmente, da quel Paese; anche in italiano, l'arancia si chiamava portogallo in italiano, pe mi dicono che dalle mie parti, a Palermo, un vecchio modo indicare l'arancia detta "vaniglia" è, per l'appunto, pattuallu.
Questa era la prima ricetta che ho inserito nel blog: ma adesso che posso indicarvi meglio le dosi e soprattutto fornire una foto autentica, ho deciso di eliminare il post precedente e riscrivere tutto, perché davvero vale la pena di provare questo dolce che ho scoperto a Serifos, nell'estate 2008. C'era un panificio con annesso zakharoplasteio ovvero pasticceria, sul lungomare, che sfornava decine di interessantissimi prodotti... Quella volta, non conoscendo di che si trattasse, passando da lì nel dopocena, prendemmo una porzione di portokalopita in due, giusto per scoprire che era buonissima... e che la sera dopo (l'ultima prima di ripartire) al negozio non ce l'avevano più. La particolarità stava nella consistenza: sembrava una torta normale, al di là dello sciroppo onnipresente nei dolci greci, però era... strana: non era un impasto normale, sembrava una spugna leggerissima e molto alveolata. Capiii il perché quando, al ritorno a casa, mi misi al lavoro per imparare a prepararla... e devo ringraziare per la ricetta una utente, di nome Sitronella, del sito Hi syntages tis Pareas, miniera di interessanti scoperte per chi sia interessato alla cucina greca. L'ingrato mestiere che faccio nella vita si rivela in questo caso utilissimo perché mi ha consentito di superare l'ostacolo della lingua e scoprire che per una portokalopita in stampo quadrato da 24 cm. servono:
  • una confezione di pasta phyllo, (circa 300 g.);
  • un vasetto di yoghurt da 200 g., preferibilmente del tipo greco; in ogni caso, bello "pannoso"...
  • 4 uova;
  • 100 ml. di olio di semi;
  • 80 g. di zucchero;
  • 2 bustine di vaniglia;
  • 1 bustina di lievito in polvere;
  • buccia di 1 arancia bio.
Sarebbe preferibile usare uno stampo di quelli "da picnic", in alluminio usa e getta; se no va bene qualsiasi teglia, purché non del tipo apribile, per via dello sciroppo. Imburriamo lo stampo, lo infariniamo e lo mettiamo da parte. Poi tutti gli ingredienti, a eccezione della pasta phyllo, vanno sbattuti col mixer alla massima velocità, fino ad ottenere una crema omogenea. A questo punto, bisogna iniziare a prelevare i singoli fogli di pasta phyllo e piegarli a fisarmonica, cosa più facile a farsi che a dirsi: prendeteli con due mani e tirateli su come si fa con una calza collant... Una volta piegato il primo foglio, lo sistemiamo nello stampo vicino al bordo e continuiamo così con gli altri fogli di pasta, fino a riempirlo tutto. Resterà probabilmente della pasta: bene, va strappata come si farebbe con la carta e unita direttamente alla miscela di uova, zucchero e yoghurt, versando poi il tutto sulle "fisarmoniche" già predisposte nello stampo.
Il tutto va poi in forno pre-riscaldato a 180-200º per circa mezz'ora - il dolce dev'essere ben colorito in superficie. Nel frattempo, non ci annoiamo: prepariamo uno sciroppo con
  • 3 bicchieri d'acqua,
  • 2 bicchieri di zucchero,
  • buccia di 1 arancia bio,
e quando la portokalopita sarà pronta, vi versiamo su dopo pochi minuti lo sciroppo, lasciando che si imbeva. Va gustata a temperatura ambiente; magari con un cucchiaio di yoghurt per accompagnare!

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