In viaggio con Frankenstein

Cari amici, ho l'onore di presentarvi la mia pasta madre. Ebbene sì, mi stava venendo il complesso: tutti ci riescono, e io no! Da un pezzo, avendo sempre fallito nei tentativi di farla "partire" da sola, cercavo qualche panificio dove procurarmene una pallina: finora senza successo, perché tutti mi consigliavano di andare, boh, forse, in provincia, in qualche paese, ma ormai non la usa più nessuno, sa com'è...

E finalmente l'ho trovato: ho trovato un panettiere così gentile da condividere una bella porzione di "crescente", così lo chiamava... e me lo sono portato in valigia. Soltanto che il viaggio per Berlino l'ho trascorso con il cuore in gola. Alla partenza, il lievito era appena stato rinfrescato e per questo, appunto, lievitava. Nell'emozione - perché, sì, ero emozionata! - ho dimenticato un particolare fondamentale, cioè che dopo un certo momento si sarebbe stabilizzato smettendo di crescere: e ho cominciato a immaginare i peggiori scenari possibili.
Nel peggiore dei casi: mi scoppia la valigia, e io per il piacere di pasticciare, sto mettendo a repentaglio la mia vita e quella di duecento passeggeri.
Nel peggiore dei casi, con un po' di fortuna: la valigia scoppia e non ci facciamo male, ma vengo accusata di aver perpetrato un attentato. Siccome la sera prima avevo discusso con alcune persone, di idee molto diverse dalle mie, alcune questioni di attualità, già vedevo queste persone intervistate al TG5 dichiarare che loro l'avevano capito fin dall'inizio, che ero una sovversiva.
Nel caso ancora più fortunato: scoppia solo il barattolo e la pasta madre è irrimediabilmente perduta per la panificazione, ma non per rovinarmi tutti i vestiti (per buona parte nuovi, e acquistati in Italia, il che vuol dire qualcosa).
Ovviamente non è successo nulla, a parte lo sguardo perplesso di chi mi ha vista, per prima cosa, aprire la valigia per controllare e quello di mio marito che non capiva perché dovessi farlo subito.
Infatti il poveretto era completamente all'oscuro di tutto, avendo sempre manifestato una riluttanza molto forte al condividere il proprio ménage familiare con una coltura di lievito naturale: si diceva impensierito all'idea che esso abbia vita propria: - "questo di notte se ne va in giro per casa!" - e si chiedeva se non sia meglio prendere un cane, se uno è disposto ad avere a che fare col lievito. Infatti le prime parole alla vista del barattolo sono state: che schifo, il mostro. Personalmente gli ho consigliato di mettere al sicuro soldi e oggetti di valore, nel caso in cui al lievito venisse l'idea di rubarli nottetempo e fuggire alle Bahamas.
Invece la mia pasta madre mi sta dando delle enormi soddisfazioni, soprattutto per il pane: e richiede, in fondo, molta meno cura di quanto pensassi, anche se la rinfresco almeno due volte alla settimana. Senza contare che è silenziosa, non morde, e non ha bisogno di essere portata fuori per la passeggiata!
E la ricetta dov'è? Eccola qua. Vi faccio vedere il pane toscano, quello senza sale ma ottimo con le zuppe o per colazione: che non ha bisogno di molte spiegazioni perché la ricetta, che è delle sorelle Simili, in rete la trovate dappertutto.

Il pane toscano è un'idea fantastica per riciclare la pasta dei rinfreschi e si prepara con pasta madre, farina e acqua in proporzione: lievito x, farina 3x e acqua 1,5x, lavorando in due tempi. Nella prima fase si impasta il lievito con una pari quantità di farina e acqua pari a metà della farina aggiunta: e si lascia per tre ore per conto suo. Nella seconda si aggiunge il resto della farina e dell'acqua, e si forma il pane, il quale dopo altre tre ore di lievitazione è pronto per essere infornato (200º per dieci minuti, e 180º fino a completare la cottura).

Dimenticavo... il consiglio della nonna (la mia): pungere il pane prima d'infornarlo, cosa che con gli impasti al lievito di birra non si può fare (almeno non so farlo io) perché si afflosciano, e invece per questi è un tocco magico!

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