Latteruolo, quick&light

Sfogliando, in Italia, lo storico ricettario dell'Artusi mi sono fermata sulle ricette del romagnolo latteruolo, o casadello, o comunque si voglia chiamarlo, il dolce povero che i mezzadri portavano in dono ai "padroni" per la festa del Corpus Domini. Eh, in Romagna se ne intendono, quando si tratta di stare a tavola, e il latteruolo non smentisce questo mito. Solo che nella versione ortodossa c'è qualcosa che non incontra i miei gusti ed è il quantitativo immane di rossi d'uovo, con il loro sentore inconfondibile e il loro apporto nutrizionale su cui è meglio non soffermarsi.
Ho provato quindi a ripetere l'esperimento con alcuni correttivi adatti alla vita moderna... che rendono la ricetta più comoda come tempi (utilizziamo il latte condensato invece che quello da far restringere) e riducono la puzzaduovo a tutto favore del sapore di latte e vaniglia che invece è tra i miei preferiti. Ed è stata una bella idea, quindi ve la segnalo.
Per un dolce piccolo (18-20 cm.), servono
  • 375 ml. di latte condensato non zuccherato;
  • 50 g. di zucchero;
  • buccia di limone;
  • semi di vaniglia o una bacca di vaniglia;
  • 2 uova, separate;
  • 30 g. di farina;
  • un pizzico di sale;
  • acqua per impastare.
Ovviamente, per un dolce più grande, useremo la doppia dose.
Farina e sale servono per preparare, con l'acqua necessaria a ottenere una pasta consistente, la base di pasta matta, che lascerete riposare avvolta in pellicola per un'oretta e poi tirerete in una sfoglia sottilissima. Nel frattempo riscaldate il latte condensato con la vaniglia e la buccia di limone, lasciando anche quello in infusione.
Con la sfoglia di pasta matta va foderato uno stampo di 18-20 cm. di diametro, imburrato e infarinato. Adesso devo fare una precisazione scontata: per carità del Cielo, non apribile! Lo so che è assurdo sottolinearlo, ma esiste anche gente poco avveduta - per usare un eufemismo - come me: che una volta ho preso dall'armadietto uno stampo apribile, così, per pura abitudine, senza riflettere, e rmi sono ritrovata con il composto che gocciolava dappertutto, un dolce ridotto di almeno il venti per cento, e tante parolacce al momento di ripulire.
Quindi, lo dico.
A questo punto ci occupiamo delle uova: sbattiamo i tuorli con lo zucchero, li aggiungiamo al latte intiepidito e uniamo delicatamente gli albumi a neve. Versiamo il tutto nello stampo con la pasta matta ed è fatta. Il dolce va in forno a 180º per circa mezz'ora: quando avrà raggiunto la consistenza di budino, potremo tirarlo fuori e spolverarlo di zucchero a velo, ripetendo spesso l'operazione. Lo zucchero che ho usato io nella foto risentiva un po' del freddo di quelle giornate, e si lasciava spargere con più difficolta, per cui vi porge le proprie scuse in berlinese stretto.

Commenti

  1. Gia dal tempo leggo il vostro blog, ma oggi, mi permetto anche scrivere per dire-mi piace molto! Grazie mille per le ricette e le storie allegati, per umorizmo ed ironia simpaticissima.
    E bello questo dolce, complimenti! Provero di fare, ma..
    Vorrei sapere se posibile preparare con il latte fresco e come si fa? Grazie in anticipo :)
    Veronica da Riccione.

    RispondiElimina
  2. si' che si puo'! utilizza il latte fresco (1 litro), ma fallo cuocere a lungo con gli aromi e meta' zucchero,fino a che si restringe. ci vorra' un'oretta, mescolando spesso con un cucchiaio. filtra con un colino e procedi come da ricetta! ciao!

    RispondiElimina
  3. Grazie! Proverò :)
    A proposito, con la pasta matta già fatto lo strudel, e mi son accorta che la pasta viene molto più sottile con aggiunta di una goccia di aceto o succo di limone.

    RispondiElimina
  4. sì sì... infatti se guardi la mia ricetta dello strudel, c'è l'aceto! questa qui non ha bisogno di essere tirata così sottile, quindi può andare secondo Artusi, acqua sale e farina, serve solo per stabilizzare il budino.

    RispondiElimina

Posta un commento