Pan d'Arancia II: Forza Palermo!




Se uno pensa alla Sicilia pensa all'arancia, e se pensa all'arancia pensa, almeno se è palermitano, al pan d'arancia: un classico di tutti i bar e panifici, forse perché è molto semplice da preparare. La ricetta è, anche quella, piuttosto nota anche in rete; proprio perché si tratta di un dolce tradizionale non ci sono varianti, se si esclude quella con farina di mandorle di Giovanni Cappello (la trovate da Stefania insieme a tante altre cose interessanti!) e quella Bertolini... della mia mamma (la trovate qui).
La particolarità del pan d'arancia palermitano, che qualcuno chiama pan d'arancio, è che nell'impasto si usa l'arancia intera, con tutta la buccia. No, non diventa amaro, promesso; ma usate ovviamente un'arancia bio se non volete gustarvi insieme al dolce anche i pesticidi. Il risultato è un dolce incredibilmente profumato e umido al punto giusto, tanto che ho intenzione di provarlo col limone per vedere se riesco, dopo anni di tentativi, a ottenere il copycat del lemon pound cake dell'amato Starbucks (l'anno scorso di questi tempi girava una ricetta, ma era una vera fregatura).

Si prepara normalmente nello stampo da plumcake. Il mio è piccino, per cui preparo 2/3 della dose senza problemi.
  • 300 g. di farina 00
  • 250 g. di zucchero
  • 200 g. di burro fuso e intiepidito
  • un'arancia di dimensioni palermitane (bella grossa), bio
  • una bustina di lievito per dolci 
  • 3 uova M
  • una bustina di zucchero con semi di vaniglia o una cucchiaiata d'estratto
  • due cucchiai di liquore all'arancia
Tagliare l'arancia a pezzetti dopo avere eliminato, per così dire, il polo nord e il polo sud, cioè la parte del picciolo e quella corrispondente che in questo momento non so chiamare (triste fenomeno che dicono capiti agli expat che fanno su e giù da una lingua all'altra).
Frullarla accuratamente con i due cucchiai di liquore: non devono restare pezzi!
Montare le uova con lo zucchero, compreso quello con i semi di vaniglia, e quando la massa è ben chiara e spumosa aggiungere prima un paio di cucchiai di farina, poi piano piano il burro fuso, alternando per non smontarla, la farina setacciata col lievito. Terminare con la purea di arancia. 
Versare nello stampo, livellare (basta sbatterlo un po' su un piano) e cuocere a 180 gradi per circa 50 minuti, controllando alla fine con lo stecchino.
Se volete essere proprio ligi alla tradizione, dovete rivestire il dolce con un consistente strato di glassa preparata con zucchero a velo e un po' di succo d'arancia e decorare con rondelle di arancia candita. A me piace nature e quindi lo lascio così. Avvolto in pellicola o stagnola si conserva per qualche giorno benissimo, anzi diventa ancora più buono. 



Commenti