Il Bensone


Ve l'avevo detto che un giorno o l'altro sarebbe arrivato, dopo i bensoncini, anche lui, il bensone, il gigantesco dolce modenese. Proprio in ragione delle dimensioni, l'ho preparato per uno scopo pratico, e cioè l'approvvigionamento di materiale simil-biscotto da pucciare nel caffellatte di Herr Doktor-Doktor, tale da consentire massimo rendimento con minimo sforzo: preparazione velocissima e durata, diciamo, una settimana.
Ecco, voi, se avete lo stesso problema, lasciatelo perdere il bensone. Non vi aiuterà, perché lo farete fuori prima di rendervene conto, ritrovandovi al punto di partenza dopo nemmeno tre giorni.

Ma fatelo se vi volete gustare una merenda semplice che più non si può, ma con cui nulla di commerciale può sperare di competere.

Ricetta di Natalia Cattelani, anzi della nonna di Natalia Cattelani, tranne lo strutto, presente in altre versioni tradizionali e da raccomandare perché dà un tocco in più di rustico e migliora ulteriormente la friabilità. Dosi per un esercito: attenti che è davvero grande!

  • 500 g. di farina 00
  • 2 uova 
  • 1 tuorlo
  • 200 g. di zucchero
  • buccia grattugiata di limone
  • 16 g. di lievito per dolci, che poi sarebbe una bustina
  • 100 g. di burro
  • 50 g. di strutto
  • 3 cucchiai di liquore all'anice
  • granella di zucchero
  • marmellata, possibilmente brusca (prugne o amarene, insomma aspra; ma ad usarne una diversa, come  quella di fichi nella foto, non c'è problema)
Impastare la farina a fontana con il resto degli ingredienti, a mano o con l'impastatrice. Stendere la pasta in un grande rettangolo e spalmare di marmellata. Arrotolare e posizionare sulla teglia con la parte chiusa verso l'alto. Spennellare di albume e cospargere di granella di zucchero. Cuocere a 180 gradi per 40 minuti. 



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