Eh no... non è finita, la dieta, e nemmeno il periodo di lavoro pazzo... però, c'era un ospite a casa e la necessità di non imporgli di condividere la mia colazione arcispartana di 3 fette biscottate - leggasi tre - più un cucchiaino di miele da suddividere su tutte e tre: e quindi rieccomi con le mani nella farina. Un certo libro che ho appena finito di leggere in questi giorni, e che è ambientato a Bruxelles, mi ha risvegliato nostalgie per le brume di quel Paese, da cui è iniziato, una decina d'anni fa, il mio peregrinare in giro per il mondo. Ci sono affezionata: e quindi ho tirato fuori il craquelin, la merenda-mito dei bambini belgi anche dopo che sono cresciuti. Cadeva, tra l'altro, a fagiolo, per via della preparazione semplicissima, rapida e poco casinista in cucina!
Dunque il craquelin, che per essere politically correct dobbiamo chiamare anche col nome fiammingo di suikerbrood, è un pane-brioche bello ricco, che nasconde un segreto: nell'impasto sono incorporati grossi grani di zucchero, gli stessi che si usano nelle gaufres di Liegi, che poi cuocendosi lasciano zone particolarmente morbide e dolci nel pane (in parte, si vedono nella foto). A regola bisognerebbe usare il sucre perlé (parelsuiker) che ha grani molto grossi, ma io in tutta Berlino non sono riuscita a trovarlo ed ho usato la granella più spessa che ci fosse.
Dunque servono:
A questo punto il vostro craquelin è pronto per essere lucidato con gli albumi rimasti ed andare in forno a 220º per mezz'ora circa, finché non è ben dorato e gonfio. I belgi amano mangiarlo quando è già ben rassodato, dopo uno o due giorni, tostato, come il pane in cassetta, con un tocchetto di burro sopra, accompagnandolo con la cioccolata che da quelle parti è roba abbastanza liquida, stile latte col Nesquik. Eet smakelijk! Qui, anche senza il particolare suicida del burro, è già quasi finito...
Dunque servono:
- 350 g. di farina Manitoba (#550);
- 125 g. di burro;
- 150 ml. di acqua tiepida;
- 20 g. di lievito di birra;
- 15 g. di zucchero semolato;
- un pizzico di sale;
- 2 tuorli d'uovo (M); non buttate gli albumi!
- 100 g. di zucchero in grani.
A questo punto il vostro craquelin è pronto per essere lucidato con gli albumi rimasti ed andare in forno a 220º per mezz'ora circa, finché non è ben dorato e gonfio. I belgi amano mangiarlo quando è già ben rassodato, dopo uno o due giorni, tostato, come il pane in cassetta, con un tocchetto di burro sopra, accompagnandolo con la cioccolata che da quelle parti è roba abbastanza liquida, stile latte col Nesquik. Eet smakelijk! Qui, anche senza il particolare suicida del burro, è già quasi finito...
Ciao o, anch'io sono Anto! Sono capitata qui per caso da altri blog culinari, e ti bookmarkerò (brutta parola, ma sintetica!). A noi (io e marito) il Belgio è piaciuto tantissimo. Culinariamente, ricordo la compote de liege, che una lady di un b&b ci aveva fatto assaggiare, e, a bruxelles...il pollo al...alla...oddio, non mi ricordo più! poteva avere la salsa di mele? E ovviamente le gaufres e le patate fritte. Ora vorrei provare questo cake, ha un'aria ottima! Ancora complimenti e a presto!
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