Crostata ebraica alle visciole


Arriva Pasqua e ci vuole il dolce pasquale: o meglio ci voleva, visto che sono un po' in ritardo sui tempi. Colomba? No...a dire la verità non è quello che preferisco. Si contendono la palma la pastiera napoletana e la crostata di ricotta e visciole che si vende nell'ex Ghetto di Roma, nelle vicinanze del Portico d'Ottavia, uno dei pezzi forti del famoso forno Boccione (che la prepara in versione tutta chiusa). La pastiera l'ho preparata l'anno scorso, stavolta avevo proprio voglia di questa torta che da tanto tempo non compariva in tavola-e non l'ho fatta, almeno non a Pasqua, anche se per un motivo piacevolissimo: una minivacanza nella città di Eisenach, dove studiò e lavorò uno dei miei eroi...Martin Lutero.
Rinunciare alla crostata di visciole in vista della prossima Pasqua? ma nemmeno per sogno: l'ho semplicemente "spostata" di un paio di settimane.
Ecco qua la ricetta: il dolce è, oltre che buono e presentabilissimo anche in occasioni di una certe importanza, anche semplice e veloce.

Frolla morbida
:
  • 250 g. di farina;
  • 2 uova M;
  • 120 g. di zucchero;
  • 100 g. di burro;
  • mezza bustina di lievito in polvere.
Questi ingredienti si impastano tutti insieme fino ad ottenere una pasta liscia e un po' più morbida della normale pasta frolla; non deve in ogni caso appiccicarsi, per cui se necessario aggiungete ancora una spolverata di farina (la dimensione delle uova è decisiva!).
Con la pasta foderiamo uno stampo a bordi alti da 26 cm. di diametro, per intero (cercando di arrivare, cioè, ad ottenere il bordo più alto possibile) e poi spalmiamo il guscio ottenuto con 200-250 circa di marmellata di visciole o di amarene. Lo confesso, io ho usato quasi sempre le amarene perché le prime volte che ho preparato la crostata ero a San Francisco che non è esattamente la patria della visciola; stavolta invece, va' un po' a capire come si chiamano le visciole in tedesco; ho pure cercato sul vocabolario e visciola è sempre tradotto Maraske, Weichsel, Sauerkirsche che vuol dire, appunto, amarene... a quel punto, pazienza. L'importante è che non sia una marmellata eccessivamente dolce, perché la caratteristica di questa crostata è il contrasto tra le visciole, che sono asprigne, e la crema di ricotta. Un ottimo risultato lo otterrete con una marmellata del tipo senza zucchero, dolcificata con sciroppo d'agave o melassa, che si trova nei supermercati bio.
Sulla marmellata versiamo poi la crema, preparata con
  • 500 g. di ricotta (meglio di pecora);
  • 200 g. di zucchero;
  • 1 uovo;
  • 2 cucchiai di rhum.
Decoriamo con la solita grata, e via in forno: a 180º per un'oretta. In cottura si gonfierà, come la pastiera o il cheesecake, e poi si abbasserà una volta fuori; tutto sotto controllo, è normale. Va tagliata solo quando è completamente fredda (meglio l'indomani) per non "squacquerare" la marmellata!

Commenti

  1. I tuoi dolci in particolare mi piacciono sempre tantissimo, hai un modo di raccontarli che mi rende molto piacevole la lettura e ...tutto sembra facile e tutto si capisce subito essere buonissimo. Questa crostata mi piace tanto, le visciole sono adorabili ed in associazione con la ricotta diventano sublimi. Anche la frolla morbida è notevole... insomma, proprio brava! Ti abbraccio, a presto. Deborah

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  2. Tesoro, la marmellata di visciole non saprei dove cercarla, ma quella di amarene l'ho a casa!!! Andrebbe bene anche una marmellata di mirtilli???
    P.s. Ho rifatto la cassata, seguendo il tuo consiglio di fare il pandispagna sottile e tutto è stato molto più semplice!!!!

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  3. buonissima questa crostata!!!

    ALtro che in ritardo...giusta giusta per farla domani...o meglio ora, subito!!!Una bontà del genere non può e non deve aspettare oltre!!!

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